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Arco di Costantino, Colosseo - Roma
22 settembre 2007

Proiezione con la cornice dell'Arco di Costantino del capolavoro Napolèon di Abel Gance finalmente restaurato.

 

Committente: Amit Srl - Comune di Roma

Abel Gance ebbe la conferma che il suo antico sogno di proiettare Napoléon tra le Rovine , si era infine avverato, da Claude Lelouch. - Vado a telefonargli, glielo dirò piano piano - ci aveva annunciato dopo la proiezione, accompagnando quel piano piano con un piccolo movimento delle mani. Un gesto affettuoso, protettivo. Gance aveva allora oltre novant'anni (morirà due mesi dopo) e i medici gli avevano sconsigliato di viaggiare.

Soprattutto di evitare forti emozioni. Le rovine che aveva sognato, erano quelle del Colosseo e dell'Arco di Costantino a ridosso del quale erano stati sistemati gli schermi e la buca dell'orchestra. L'area, quella bellissima che arriva fino al Clivo di Venere Felice e che dal 6 agosto al 13 settembre 1981 aveva ospitato una tra le edizioni più ricche di Massenzio.Gance dovette accontentarsi del racconto piano piano di Claude Lelouch, di sicuro gli avrà detto che la proiezione era stata interrotta da una pioggia durata mezz'ora ma che nessuno tra il pubblico, nemmeno Madame Danielle Mitterand, l'ospite più importante (e anche la più gradita) nemmeno il sindaco di Roma Luigi Petroselli e il Presidente del Senato Spadolini, nemmeno Enrico Berlinguer,si era mosso dal proprio posto,che ognuno aveva aspettato pazientemente che finisse di piovere e che alla fine il pubblico si era alzato in piedi e aveva applaudito a lungo .

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Venticinque anni fa la standing ovation non era un tributo abituale. Napoléon è un film con una storia infinita, piena di traversie. Uscito a ridosso dell'avvento del sonoro cui Gance (e non solo) aveva preconizzato vita breve (ma lo stesso cinema non era forse un 'invenzione senza futuro secondo i Lumiere?) era stato proiettato la prima volta nel 1927 all'Opéra di Parigi accompagnato da una partitura di Arthur Honnegger.

Più Monumento che Kolossal, pensato come il primo di cinque capitoli sulla vita di Napoleone , era costato un grosso impegno alla Pathe la casa produttrice, affiancata per l'occasione da un team di banchieri : 18.000.000 franchi, uno sproposito per quell'epoca, senza considerare un cast di grandi attori di teatro da Albert Dieudonné (Napoleone ) ad Antonin Artaud ( Marat ) passando per Annabella (Violine) Gina Manès (Joséphine de Beauharmais) e lo stesso Gance nei panni di Saint Just nonchè una nutrita schiera di comparse. Il Meraviglioso però era dato da una serie di marchingegni tecnici impensabili per l'epoca : il sistema della "polyvision", con tre schermi affiancati che allargano la visione, usato per le sequenze del Dibattito alla Convenzione, del Bal des Victimes, e della marcia dell'esercito francese verso l'Italia, la divisione delle inquadrature in più immagini, effetto difficile da ottenere allora, in assenza di stampatrici ottiche, le cineprese collocate in ceste oscillanti sospese nel vuoto a dorso di cavallo per imprimere movimento alle sequenze, perché lo spettatore potesse incorporarsi al dramma visivo .

Effetto questo accentuato dalle sequenze in soggettiva, e dal montaggio dai ritmi rapidissimi. La storia della lavorazione di Napoleon è a sua volta un' epopea.



 

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